Sabotaggio by Arturo Pérez-Reverte

Sabotaggio by Arturo Pérez-Reverte

autore:Arturo Pérez-Reverte [Pérez-Reverte, Arturo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-09-18T12:00:00+00:00


10

Menzogne di alta qualità

Il cielo aveva un colore plumbeo e forse minacciava pioggia, ma la giornata era tiepida; così Falcó camminò senza fretta per il boulevard Saint-Germain con l’impermeabile sul braccio. Per due volte manovrò davanti alle vetrine per verificare se qualcuno lo seguisse, senza rilevare nulla di insolito nei passanti lì vicino. Entrando in un caffè di Cluny, appese impermeabile e cappello a un attaccapanni e si guardò intorno. C’era pochissima gente. Lontano dalle finestre, in fondo, solitario, Hupsi Küssen lo aspettava davanti a un caffè e a una brioche. Sembrava preoccupato. Aveva sul tavolo il «Gringoire» ripiegato e aperto su una pagina interna. Quando Falcó si sedette, glielo mostrò: Imperdonabile ritardo, diceva il titolo.

«È un giornale molto di destra» commentò l’austriaco, «ma questo non toglie importanza alla faccenda. Ha un durissimo e documentato attacco al governo Blum. L’Esposizione internazionale procede lentamente… La maggior parte dei padiglioni non è ancora pronta. È un disastro organizzativo.»

Falcó diede una rapida occhiata al giornale.

«È un bene o un male per noi?»

«Dipende.» Küssen fece un’espressione ambigua. «Da una parte, lei ha più tempo per occuparsi del quadro. Dall’altra, le cose per lei si possono complicare… Ogni giorno che passa a Parigi, esponendosi in luoghi pubblici, aumenta il rischio che qualcuno la riconosca.»

«Stamattina vedo Picasso.»

Küssen se ne mostrò compiaciuto. Morse la brioche, bevve un sorso di caffè e si pulì le dita con cura sul tovagliolo. Sorrideva sotto i baffetti.

«Ha parlato con lui?»

«Con il suo segretario. Mi ha detto che posso andare a partire dalle undici.»

«Fenomenale… Ha bisogno che l’accompagni?»

«Posso cavarmela da solo. Voglio dare un’occhiata al quadro e allo studio.»

«Stia attento.» Küssen si guardò intorno e abbassò la voce. «Pablo è furbo come una volpe. Molto sospettoso.»

«E io un cliente che sputa denaro come se non sapesse cosa farsene. Non si preoccupi.»

Il cameriere si avvicinò e Falcó ordinò un bicchiere di latte tiepido. L’austriaco lo studiava con aria inquisitoria.

«Ha già pensato a come fare?»

«Ci sto lavorando.»

«Spero che non stia macchinando di dare fuoco alla casa.»

«Be’… è un’opzione.»

L’altro gli rivolse un’occhiata inquieta. Senza dubbio tentava di stabilire se parlava sul serio.

«Dev’essere un’operazione pulitissima, per quanto possibile» disse alla fine.

«Certo.» Falcó rise. «Pulita come uno specchio.»

Küssen indicò il giornale.

«Anche l’azione contro Bayard non può essere rimandata troppo.»

«Sto lavorando anche a quella.»

«Sto pensando di allontanarmi un po’ di più, se le sta bene. Capisce?… Di prendere a poco a poco le distanze. Ho svolto la parte principale del mio ruolo e adesso tocca a lei giocare. Le starò vicino, ovviamente. Per qualunque cosa di cui avrà bisogno.»

Falcó annuì, comprensivo.

«Mi sembra prudente da parte sua.»

Era sincero. Sembrava naturale che Küssen prendesse via via le distanze, per non essere coinvolto quando le cose si fossero davvero intorbidite. Dopo tutto, aveva una copertura da mantenere: una reputazione che, per di più, gli procurava redditi personali. Al loro confronto, quelli che guadagnava con l’Abwehr erano spiccioli.

«La sua identità come Ignacio Gazán è prevista soltanto per alcuni giorni.» Küssen abbassò ancora di più la voce, fino a renderla quasi inaudibile. «A partire da lì, ho detto ai suoi superiori che non si può garantire nulla.



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